L’Italia e l’Ungheria sono accomunate da una ricca tradizione storiografica; basti pensare ai ruderi dell’antica città di Aquincum, ai monumenti romani di alcune città ungheresi del Transdanubio, al Monte Gellért che porta il nome del vescovo veneziano San Gerardo, ai rapporti di Mattia Corvino Re d’Ungheria col rinascimento italiano, agli studenti ungheresi che frequentavano le università di Padova e Bologna nonché al contributo della legione e dell’emigrazione magiara durante il Risorgimento italiano. I nomi di Lajos Kossuth, István Türr e Lajos Tüköry, infatti, suonano familiari per gran parte degli italiani.

Durante la Monarchia Austro-Ungarica, l’Ungheria e l’Austria erano rappresentate da un’unica ambasciata a Roma. I rapporti diplomatici tra l’Ungheria e il Regno d’Italia sono stati in seguito rafforzati dal Trattato d’Amicizia concluso il 5 aprile 1927. Nel marzo del 1934 sono stati firmati degli accordi tripartiti tra l’Ungheria, l’Italia e l’Austria (protocolli di Roma) che oltre a rafforzare i rapporti commerciali, hanno previsto una cooperazione politica più stretta. Dopo la seconda guerra mondiale, i rapporti diplomatici con l’Italia sono stati ristabiliti nel 1946. Con la nomina dell’ambasciatore ungherese a Roma nel 1964, i rapporti bilaterali sono stati portati ai massimi livelli. Nel corso della transizione democratica ed economica, l’Italia ha fatto da capofila nell’aiutare l’Ungheria a ritrovare la sua posizione nell’Europa istituzionalizzata. 

La sede del Consolato Generale di Milano é in funzione dal 1991. Attualmente ci sono 10 consolati onorari in Italia (Firenze, Bologna, Venezia, Cagliari, Genova, Napoli, Palermo, Torino, Trieste, Verona) il prossimo, in progetto, aprirà a Bolzano. L’Italia é rappresentata da tre consolati onorari in Ungheria (Nyíregyháza, Pécs, Szeged).

Nel 2010 è stato firmato un documento di partenariato strategico italo-ungherese che oltre a stringere il dialogo politico - in particolar modo per quanto riguarda la politica europea, la cooperazione nei settori della giustizia, degli affari interni e della difesa militare – prevede delle disposizioni nel campo dell’economia, lavoro, scienze, tecnologie e integrazione sociale e stabilisce accordi di cooperazione tra le varie istituzioni, enti locali e organizzazioni non-governative. É in questo spirito che i nostri rapporti sono sempre proficui in svariati settori.

I rapporti italo-ungheresi sono caratterizzati da un alto livello di stabilità. Le nostre relazioni governative sono buone, come lo dimostrano anche gli incontri di alto livello e la cooperazione armoniosa tra i vari ministeri.

Il presidente della repubblica ungherese, János Áder, ha visitato l’Italia nel settembre del 2013 e ha negoziato con il suo omologo Giorgio Napolitano. Il 4 giugno 2015 János Áder si è recato al memoriale della prima guerra mondiale a San Martino del Carso e il 17-18 maggio 2016 ha inaugurato il monumento dedicato ai prigionieri ungheresi sull’Isola di Asinara.

É altrettanto promettente l’intensità dei rapporti parlamentari ai quali offre interessanti prospettive il gruppo di amicizia parlamentare italo-ungherese fondato dal centrista Mario Marazziti (Popolari Per l’Italia).

Nel contesto della cooperazione culturale è necessario fare un riferimento specifico alla stagione culturale italo-ungherese del 2013. I programmi della stagione hanno dato l’opportunità di presentare e valorizzare la cultura e l’arte ungherese, nonché di promuovere e ravvivare l’immagine del paese. Gli eventi principali della stagione sono stati la mostra di Robert Capa a Roma; la mostra di Firenze incentrata sulla figura di Mattia Corvino, Re d’Ungheria; la mostra degli autoritratti ungheresi nella Galleria degli Uffizi e il concerto di gala della Budapest Festival Orchestra a Roma. La stagione ha riscosso un grande successo in ambito civile e ha attratto l’attenzione dai media locali.

Nel 2015 l’Italia si è collocata al quinto posto tra i principali partner commerciali dell’Ungheria dopo la Germania, l’Austria, la Slovacchia e la Francia, con una quota di mercato del 4,6% sul totale interscambio commerciale. Secondo i dati dell’Ufficio Centrale di Statistica (KSH) l’export è ammontato a 4,2 miliardi di euro mentre l’import ha raggiunto un valore del 3,7 miliardi di euro. Rispetto all’anno scorso, le esportazioni e importazioni ungheresi sono aumentate del 8,1% e 7,3% rispettivamente. La nostra bilancia commerciale è pertanto positiva, la tendenza al ribasso del 2014 è tornata a essere positiva (+14,5% rispetto al calo del 27,2% del periodo precedente), il saldo nel 2015 è stato pari a 462,7 milioni di euro.

Quello italiano è un naturale mercato di sbocco per le merci ungheresi. Nell’export una quota rilevante é rappresentata dai prodotti trasformati e quelli meccanici, dagli alimenti nonché dai veicoli stradali e dalle attrezzature di comunicazione. I principali prodotti importati comprendono i prodotti trasformati, articoli chimici, macchinari, prodotti di metallo, mezzi di trasporto e mobili. 

Il capitale italiano è presente in quasi tutti i settori dell’economia ungherese (finanze, assicurazioni, energia, forniture di gas, industria della plastica, elettronica, industria metallurgica, industria chimica, commercio e turismo); in base al numero dei settori nei quali l’Italia è presente, il paese si attesta al 7⁰-8⁰ posto nella classifica degli investitori stranieri in Ungheria. La sua presenza è la più rilevante nel settore bancario. Il numero totale delle aziende con legami in Italia ha raggiunto 2800 nel 2016, il che significa che il volume totale degli investimenti circolanti italiani in Ungheria è circa di 4 miliardi di euro mentre il numero dei dipendenti delle aziende italiane è intorno a 25.000.